Loredana Bertè è uno dei miei pochissimi appuntamenti fissi legati alla musica italiana nel corso degli anni. Merito, o colpa, di un’intervista che molti, molti anni fa le strappai nel 1984 quando arrivò con il suo tour al vecchio teatro Universale di Genova. Io lavoravo in radio. Chiesi che facesse uno station break, una sorta di saluto per la mia radio di allora perché ufficialmente non rilasciava interviste. Mi parlò per quasi venti minuti. Le dissi che in lei vedevo molto di Tina Turner che all’epoca adoravo. E lei mi disse… “ma sai che non sei il primo che me lo dice? Di solito quando mi paragonano a qualcuno mi incazzo. Questa cosa invece mi fa piacere”.
Paradossalmente lei e Tina si sarebbero conosciute quello stesso anno… mi ha confidato anni dopo, restando a lungo in contatto.
Loredana aveva pubblicato un disco – Jazz – che era una bomba, prodotto da Ivano Fossati e scritto in gran parte da Ruggeri e Schiavone. Il mare d’inverno stava spopolando. Ma io adoravo pezzi come Per i tuoi occhi e Traslocando del disco precedente. Quella sera provò con la sua band un paio di pezzi nuovi: uno di questi, che era una sorta di stacchetto, una sigla, sarebbe diventata Banda Clandestina, uno dei miei brani preferiti di sempre, scritto da Ruggeri per l’album successivo Carioca.
Era di una bellezza folgorante, rabbiosa e assoluta. Incuteva rispetto e anche un certo timore. Il vaffa era dietro l’angolo. Con me fu educatissima. E simpatica.
Quello di ieri è il suo nono concerto che vedo. Uno dei migliori in assoluto. Pochi conoscono alcuni aspetti di Loredana, che è una persona competente a livello musicale come poche. Il suo amore per Fabrizio De André, la sua cura maniacale – che a volte la porta a commettere errori di eccesso – per la cura del suono. Loredana è una icona di rarissimo valore che dà ancora un peso al palco e alle esibizioni come se fossero l’unica cosa che conta davvero.
Nonostante un’organizzazione come al solito pessima – il Brixia Forum è una delle cose peggiori che esistano per uno spettacolo di musica live, acustica, parcheggio, poltroncine scomodissime, l’insopportabile odore di panini e griglia sotto il naso degli spettatori, l’improvvisazione degli addetti – lo show è stato una meraviglia.
Due ore di spettacolo di alto livello, con una band strepitosa – arricchita da Aida Cooper, una delle voci migliori della storia della musica contemporanea – con alcuni momenti assoluti. Su tutte una versione di Luna commovente, perfetta. Rimpiango solo i molti pezzi che non ha fatto, alcuni dei quali sono scomparsi da anni dalla sua scaletta. Le toccherà fare molti altri concerti ancora….
Concerto n.1589 – Loredana Bertè al Brixia Forum di Brescia